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MUS-E: ESPERIENZE DI INTE(G)RAZIONE

Ho la fortuna di lavorare da anni in una scuola che ha integrato i laboratori Mus-e all’interno della propria offerta formativa, facendone un tratto distintivo e caratterizzante del percorso della scuola primaria, dalla prima annualità fino alla terza.  Ho partecipato da anni a diversi laboratori, tra cui quello di musica di Luca Lobefaro, sempre graditissimo dai bambini, oltre a quello di arti visive, di danza, di teatro e così via, di altri artisti.

Locandina convegno 1/2

Locandina convegno 1/2

Ritengo tali esperienze fondamentali per la mia attività di docente. Rappresentano, infatti, un’occasione continua di formazione in servizio, non tanto per acquisire conoscenze e abilità tecnico-specialistiche: non potrò mai essere una musicista o una danzatrice come gli artisti Mus-e, selezionati con estrema cura ed impegnati in un percorso di studio, ricerca e formazione nazionale rigoroso. Quello che sento vivificato e rafforzato è l’aspetto relazionale: imparo quotidianamente a mettermi in gioco, a coinvolgermi insieme ai miei alunni, a costruire con loro un percorso comune, che l’artista certo progetta e pianifica, ma  in modo flessibile, adattandolo alle richieste ed agli stimoli offerti dalla classe. Imparo a guardare i bambini con occhi nuovi, a sospendere il giudizio o il pre-giudizio su alcuni di loro, ad individuare insieme regole condivise perché funzionali al progetto comune. Così la mia didattica curricolare si arricchisce e si rafforza, integrando modalità spendibili in ogni momento dell’esperienza scolastica. In questo circuito virtuoso ho toccato con mano  come si prevengano i conflitti e si costruisca un gruppo classe coeso, inclusivo, che affronta positivamente le difficoltà relazionali di ogni giorno, accettando e rispettando punti di vista “altri”, in un ambiente di apprendimento cooperativo e laboratoriale, mirato allo sviluppo dell’autonomia, della relazione, della partecipazione, della responsabilità, della flessibilità e della consapevolezza.

I laboratori Mus-e sono inoltre un tempo prezioso per noi docenti, spesso sempre più soli di fronte a gruppi di 25 alunni provenienti da scuole di periferia, dalle cosiddette aree a rischio, impegnati quindi a rispondere a bisogni educativi sempre più variegati. E’ un tempo in cui osservare in modo sistematico i ragazzi, ponendoli “in situazione” , fuori dai banchi e dal lavoro sul quaderno, impegnandoli in compiti di realtà e situazioni problematiche per cogliere abilità, potenzialità, eccellenze a volte, proprio in quelli che sembravano “persi”… Fasi di una valutazione formativa assolutamente  necessaria anche per orientare i nostri alunni, cioè guidare ognuno di loro ad esplorare se stesso, a conoscersi nella sua interezza, a riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti, a conquistare la propria identità, a migliorarsi continuamente.

Locandina convegno 2/2

Locandina convegno 2/2

Un altro tassello fondamentale di Mus-e è la condivisione con le famiglie, invitate a condividere il percorso e a partecipare alle lezioni aperte. La mia esperienza è di grande partecipazione e coinvolgimento dei genitori, che imparano, un po’ come i loro figli, a conoscersi, ad essere gruppo, a fidarsi gli uni degli altri, attraverso varie modalità: la partecipazione alla mostra finale degli elaborati e manufatti, a cui magari segue per la prima volta la visita domenicale alle Scuderie del Quirinale o a Palazzo delle Esposizioni,  la presenza alla performance finale che, guarda caso, vede i bambini spettatori divertiti dei loro genitori, un po’ impacciati  e vergognosi, impegnati nel gioco della zattera o dello specchio con adulti sconosciuti o quantomeno estranei, sperimentando sulla propria pelle emozioni di ogni tipo. E così il seme è lanciato: usciamo dalla scuola, arriviamo alle famiglie e da loro alla società. Certo, un piccolo passo, ma significativo…

Perciò mi sento di dire grazie a Mus-e che invita noi docenti a superare barriere disciplinari o settoriali e ad aprirci con curiosità e fiducia alle suggestioni e agli stimoli della cultura e dell’arte contemporanea, imparando – noi per primi – a fare le cose col cuore, come dice sempre ai bambini Patrizia Sorba, artista Mus-e e  mia amica, a lavorare insieme e a costruire una vera didattica mirata al raggiungimento delle competenze chiave di cittadinanza.

Ins. Carla Novello


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